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Zona Duomo. Sabato pomeriggio. Manifestazione e mezzi pubblici bloccati. Lì per lì stavamo quasi per rimpiangere di aver accettato l’invito, ma già imboccata via dell’Unione l’aria si è fatta diversa. Sotto i portici il rumore arrivava un po’ più lontano e una volta entrato nel Salotto della Gioia abbiamo dovuto ammettere che in effetti il nome calzava proprio bene.
Ci siamo accomodati attorno a un tavolo splendidamente orientale, e mentre Asia cominciava i preparativi per il tè noi ammiravamo il terrazzo e godevamo della bella giornata di sole. Ormai il frastuono e la folla del centro non ci preoccupavano più.
Asia e Qing hanno aperto da poco quella che in italiano potremmo definire “casa da tè”. Tuttavia si capisce subito che questo spazio è qualcosa di più. Il tè è naturalmente protagonista, ma la loro passione si muove da interessi molto più ampi.
Qui sotto alcune domande che abbiamo fatto ad Asia e Qing:
L: Lorenzo
A: Asia
Q: Qing
L: Dove ci troviamo?
A: Be’, diciamo che questo è uno spazio dedicato al tè. Abbiamo deciso di chiamarlo 思乐居雅 Sī lè jū yā. In italiano questa si potrebbe definire una casa da tè, e il nome tradotto sarebbe “Salotto della Gioia”. In realtà il nome originario è proprio quello italiano, che traslitterato in cinese diventa 思乐居雅 Sī lè jū yā. È curioso il fatto che sia il suono che il significato coincidano abbastanza: salotto – 思乐sī lè (pensiero gioioso) e gioia – 居雅jū yā (spazio elegante). Anche in cinese è proprio un bel nome.
A&Q: La scelta del nome ci ha preso tanto tempo!
L: Mi sembra che abbiate trovato un’ottima soluzione
A&Q: Grazie.
L: Quando avete deciso di aprire questo spazio?
A: Io ci pensavo da molto tempo, già prima di laurearmi avevo questo desiderio. Dopo gli studi inizialmente ho pensato di avviare uno studio di design d’interni, ma poi mi sono resa conto che era un’idea troppo semplice e quindi ho aggiunto alcuni elementi qua e là come i tavoli per la cerimonia del tè, così che quando fossero venuti clienti o amici avremmo potuto bere tè insieme.
L: E quindi quando è stato il momento in cui avete effettivamente deciso di dedicarvi interamente a questa attività?
A: Mi sembra che sia stato marzo del 2016, appena dopo essere tornate dalle vacanze del capodanno cinese.
L: In quel momento l’avete pensato insieme oppure non vi conoscevate ancora?
A: Sì sì, ci conoscevamo già, e sin dalla prima intenzione fino all’effettiva realizzazione ne ho parlato spesso anche a Qing. Abbiamo sempre avuto un ottimo rapporto, però Qing appena dopo la laurea sembrava voler continuare gli studi magistrali e io stavo avviando lo studio di design. Io quindi ero orientata verso quella direzione e solo a marzo ho cominciato a fare un piano per lo spazio dedicato al tè. Quando a ottobre ne ho riparlato più chiaramente a Qing, lei stava già pensando di abbandonare gli studi e quindi ci siamo dette: “ok, io faccio il tè e tu ti dedichi alla cucina”. Qing infatti è sempre stata molto brava a preparare dolci.
L: Allora era proprio destino.
A: Eh già!
L: Conoscete qualche italiano che beve spesso tè?
A: Intendi dire tè in bustina o il tipo di tè che abbiamo qui? Perché per la maggior parte bevono il tè in bustina, anche se chiaramente c’è qualcuno che beve anche questo tipo di tè.
Q: Molti dei miei amici bevono questo tipo di tè. Da piccola vivevo il Lituania, e lì tutti bevono tè.
L: È vero, in Lituania e Russia il tè è molto apprezzato.
Q: Mi sono trasferita lì quando avevo 9 anni, e a scuola sia l’insegnante che i compagni di classe bevevano tutti tè. E quindi quando dovevo portare un regalo all’insegnante solitamente portavo del tè perché sapevo che gli sarebbe piaciuto. Poi hanno cominciato a chiedermi: “Qing, quest’anno per le vacanze se torni in Cina ci porti un po’ di tè per favore?”. Dopo aver provato quello cinese non riuscivano più a bere quello comprato al supermercato.
L: Per forza! Allora mi potreste raccontare le impressioni degli italiani che sono passati di qui e hanno provato il vostro tè (e la cerimonia)?
A: Si stupiscono sempre che non si aggiunga lo zucchero. Poi naturalmente quello che affascina di più è la preparazione vera e propria del tè (茶道 chádào), che è un’esperienza inedita per gli italiani. In molti rimangono stupiti di quanto sia rilassante gustare il tè in questo modo.
Qing: Ci sono anche degli italiani che solo una volta arrivati qui scoprono che al tè non si aggiunge zucchero! Comunque per chi non è abituato consigliamo di gustare il tè con i dolci che prepariamo, che stanno molto bene insieme.
L: Ma alla fine si abituano alla mancanza di zucchero?
Q: Sì sì, alla fine se ne dimenticano tutti, anche perché qui di tè ce n’è di tutti i gusti, dal più leggero al più intenso.
L: Come pensate che possa venire accolta la cultura e l’abitudine di bere tè in Italia, e in particolare a Milano?
A: Crediamo possa essere accolta ottimamente, soprattutto perché bere tè è un’abitudine che porta benefici non solo al corpo ma anche allo spirito, perché aiuta molto a rilassarsi. Una cosa così buona come fa a non essere bene accolta?
L: Sono d’accordo. Allora mi spiegate meglio come funziona qui?
A: E’ semplice, noi siamo un’associazione e offriamo diversi livelli di iscrizione a cui corrispondono differenti vantaggi e offerte. Una volta qui ci si può accomodare per pochi minuti o anche ore e intanto si può degustare sia tè che dolci preparati da noi. Il tutto in compagnia di persone sempre nuove.
L: E al momento chi sono i vostri clienti?
A: Prevalentemente cinesi, ma anche gli italiani non mancano; comunque chi frequenta questo spazio è solitamente un appassionato di cultura cinese. Infatti vengono molti artisti, designer e in generale persone che lavorano nell’ambito dell’arte. Poi naturalmente chi viene qui è perché ama il tè. Ma ci sono anche persone che apprezzano prevalentemente la tranquillità di questo spazio, che li aiuta a rilassarsi e scaricare la tensione dopo una stressante giornata di lavoro. Ci è addirittura capitato di conoscere alcuni cinesi che in Cina non avevano mai bevuto tè e hanno cominciato proprio qui!
L: Come pensate si possa sviluppare il Salotto della Gioia entro un anno?
Q: Vorremmo innanzitutto promuoverne l’aspetto culturale. Da qui passano molti studenti e amici di talento, e ci piacerebbe offrire loro questo spazio per organizzare mostre o esporre le proprie opere.
A: Poi, oltre ad aiutare amici artisti e designer, naturalmente ci piacerebbe far conoscere il tè a sempre più persone, fare nuove conoscenze e organizzare insieme attività interessanti legate al mondo cinese e non necessariamente solo al tè.
L: Che tipi di tè avete qui?
A: Ne abbiamo di tutti i tipi:普洱 pǔ’ěr fermentato e non fermentato, tè bianco, tè rossi (正山小种 金骏眉), oolong (大红袍,铁观音), e un ottimo tè verde appena arrivato da un nostro partner. Altri tipi di tè molto apprezzati sono 茉莉花茶 ( tè al gelsomino), 玫瑰花茶 (tè alle rose), 菊花茶 (tè alla margherita), tutti molto salutari.
Abbiamo anche 红枣桂圆枸杞 (tè al dattero cinese, frutta e goji), che fanno molto bene alla salute.
L: E per i dolci?
Q: Tutti i dolci che offriamo sono fatti da noi, e scegliamo solo ingredienti di prima qualità che arrivano direttamente dalla Cina; teniamo molto a che i dolci siano di gradimento dei nostri ospiti, per questo ci assicuriamo di avere il “benestare” di amici che provano per primi le preparazioni nuove, e in più chiediamo sempre ai nostri ospiti un parere su quanto degustato, sperando di ricevere consigli per migliorarci sempre. Comunque principalmente abbiamo dolci della tradizione cinese: tortino di soia verde, tortino di datteri, tutti dolci tradizionali cinesi che mangiavamo da bambini. Hanno un gusto che non deve essere troppo intenso. C’è poco zucchero e olio e per questo sono delicati, salutari e si accompagnano molto bene al tè.
A: Siccome il tè stimola molto la digestione, dopo averne bevuto si potrebbe sentire fame o come una carenza di zuccheri. Per questo quando si beve il tè l’ideale è accompagnare dei dolci, meglio ancora se fatti in casa!
Dove trovare il “Salotto della Gioia”?
Su Facebook: https://www.facebook.com/salottodellagioia/?fref=ts
e di persona qui:
Via Falcone 3, 20123 Milano